La T-shirt bianca o la canottiera bianca abbinata con i jeans. Accostamento da me soprannominato da proletaria statunitense. È come quei piatti semplicissimi, aglio e olio, o sugo al pomodoro e basilico, per i quali è fondamentale la qualità mostruosa di ogni singolo ingrediente e alcuni accorgimenti speciali che li rendono in realtà piatti difficili da preparare. Per il mio look da proletaria statunitense è importante che i jeans siano dritti e che la T-shirt e la canottiera siano semplicissime, senza scritte né fronzoli e totalmente bianche. Insomma molto U.S.A. anni ’50. O per dirla alla giapponese: la pagina bianca è perfetta, per passarci sopra senza rovinarla devi avere un gran motivo.

Occhialoni neri con lenti scure da star in incognito. Mi avrebbero anche arci stufata, ma restano fondamentali per quelle circostanze tipo i simpatici inviti a cerimonie di domenica mattina presto; certe volte non me li sarei tolti neanche durante il pranzo.
Il profumo Fahrenheit di Christian Dior. Lanciato sul mercato nel 1988, resta ancora oggi nella top ten dei profumi più venduti al mondo; e ci sarà un perché. Una volta pensavo che facesse quello strano effetto solo a me, poi parlandone con delle amiche ho scoperto che tutte pensavamo che là dentro ci avessero messo dei ferormoni sessuali. Mi è capitato più di una volta di stare vicina a qualcuno e pensare, “il tipo non è proprio che mi piace, eppure ha qualcosa”. Poi è arrivato l’effluvio, e mi sono detta “ah, è Fahrenheit”.
Trench lungo di pelle, nero. C’è chi sostiene che la prossima scommessa imprenditoriale di Mr Fottemberg (epiteto dato da chi sostiene tale tesi) nella Virtual Reality ci farà vivere in un mondo totalmente simulato, mentre i nostri corpi resteranno fermi e nulla accadrà materialmente. Alla domanda di come faranno dei corpi umani a restare sani o vivi a lungo standosene sdraiati e/o immobili, mi è stato risposto che ci verranno attaccati degli stimolatori elettrici per i muscoli. Solo dopo mi è venuto in mente che rassomiglierebbe al mondo che descriveva Matrix, in cui i ribelli indossano cappotti o trench neri.
Il trench di pelle nera rimanda pure a più antiche e sinistre assassine (L’uccello dalle piume di cristallo, Profondo rosso, Vestito per uccidere). Una sera, mezzo per scherzo, io ed un amico ne indossammo due lunghi quasi fino alle caviglie, per andare in un club con la fila chilometrica e la selezione alla porta. Quasi vicini all’entrata, qualcuno ci fa saltare la fila e ci dice “voi due entrate”.
Dr. Martens. Una ci prova a comprare altri anfibi e stivaletti e magari sono anche carini. Loro però sono loro, una tautologia, perfetti in sé come la sfera che rimanda sempre a sé stessa. Il primo amore non si scorda mai come tutte le prime volte in cui si è fatto qualcosa, perché era la prima volta, anche se è andata disastrosamente. Loro perché sono ineguagliabili.
La bicicletta Graziella. L’attenzione su questa bicicletta me la fecero attirare le foto che mi mandava una ragazza giapponese. Aveva finito un corso all’Università per Stranieri di Perugia e si era trasferita a Milano, dove se ne andava in giro con una Graziella d’epoca rimessa a nuovo. Il progetto originale di Rinaldo Donzelli del 1961, prodotto nel 1964 dalla Carnielli, resta un evergreen. Altri modelli che seguirono negli anni sono dei cimeli storici piuttosto kitsch. I modelli di oggi, soprattutto quelli più posh, mi piacciono assai.
La bandiera giapponese. Che popolo! Hanno la bandiera che è un’opera d’arte.
Le All Star Chuck Taylor bianche. In verità sono belle di quasi tutti i colori, ma quelle bianche sono le più basic, le più pure e poi mi facevano pendant con i colori della bandiera giapponese.



Bibliografia
http://douglas-mortimer.com/wp/fahrenheit-di-christian-dior-recensione/
https://www.bikeitalia.it/2013/07/02/la-graziella-un-mito-che-non-tramonta/
https://www.urbanindustry.co.uk/blogs/news/a-brief-history-of-the-converse-chuck-taylor-all-star