Scarpe con glitter. Questi sandali e questi stivali Miu Miu, esattamente.

Per i pochi secondi che li ho avuti davanti agli occhi, mi sono sentita come Scrat della saga “L’era glaciale”, quando non riesce a scegliere tra la ghianda e gli allettamenti della possibile compagna. Ma stai tranquilla, mi sono subito rincuorata, non puoi comprare né l’uno né l’altro. E abbiamo eliminato lo stress da scelta.
Piano B: alleviare la voglia di luccichio con creme che brillano. Discreta sensualità epidermica.
Canottiere e T-shirt bianche. Petit Bateau. O Fruit of the Loom: servono meno di tre dita per contare gli euri necessari all’acquisto. Sciopero delle magliette con stampe e proclami. Silenzio stampa.
E ancora canottiere, a righe orizzontali. Sotto ad ad un tailleur sono divine. Un tocco di vacanza in riviera portato al lavoro.
La voglia di silenzio stampa t-shirttistico deve essermi presa dopo la gran quantità di sballonate cui sono stata esposta mentre soddisfacevo la voglia di ficcanasare tra i miei profili social. Quanti mansueti ragazzotti, e mansuete ragazzotte, anche se queste, a occhio e croce, in percentuale minore, che su Facebook postano roba cattivissima e violentissima! radiazioni altamente nocive per gli animi. (In settimana mi sono anche tolta la voglia di guardare la serie Chernobyl; sono stata giudiziosa, spalmandola su tre serate, invece di arrivare alle 4 del mattino con gli occhi a ruzzola.)
Scorrendo una lista di amici, non riconosco un nome femminile. Vado a controllare chi sia e mi rendo conto che è un altro dei miei profili. Creato solo per spiare, e abbandonato da tempo. Ed ecco là, me stessa davanti l’Ipad: io-che-spio-me.
