1 Uniformarmi.
Voglio mimetizzarmi. Voglio perdermi, o ritrovarmi, nella grande tribù, rientrare nel suo caldo abbraccio. Voglio andare in discesa.
C’è del piacere anche nell’essere inghiottiti, mangiati.
L’athleisure, certo, così ubiquitario, ma anche la gonna midi con anfibi, stivali o stivaletti. Non con le sneaker, per carità, non l’abbozzo.

2 Continuare a muovermi
È sera, sto correndo. Incrocio un vecchio che porta a spasso il cane. “Stai attenta alle foglie bagnate sul marciapiede che si scivola” dice.
Noto che le mosche bianche che corrono vanno a parare nel mio stesso outfit. Sopra i pantaloni da running indossano pantaloncini più o meno lunghi. Niente arcobaleni e patterns sgargianti. Nero, prevalentemente. Mosche bianche vestite di nero.
Due auto si fermano per farmi attraversare fuori dalle strisce pedonali.
Stasera hanno sparso scie chimiche per la gentilezza, nell’aria ? Macché, scemi complottisti; siamo anime sconosciute che si incrociano e si ritrovano perché stanno muovendosi dentro la stessa sera. Le due auto erano guidate da runner, ci scommetto. Rispetto e accortezze tra colleghi.
E quel “stai attenta alle foglie bagnate sul marciapiede che si scivola.” Spettacolo.
3 Non uniformarmi
Qui casca l’asino. Ma qui nasce lo stile mio, tuo, suo.
Calma. L’asino casca anche uniformandosi. L’esempio più macroscopico. Gli skinny jeans, trend in agonia, ma duro a morire. A quante persone starebbero meglio tagli diversi? eppure scelgono di starci dentro per forza; negli skinny, nel gruppo.
Il caldo abbraccio della tribù che si trasforma nell’abbraccio di un boa constrictor.
Possibile che occorrano sempre troppa forza e coraggio per fare l’unica mosca bianca? eppure è formativo, è liberatorio. Talvolta prolifico.
