Per surfare l’onda pandemica, e per surfare l’onda dell’imbecillità umana, ho scelto una canottiera da vogatore.
Versione manzoniana dell’imbecillità, dai Promessi Sposi. Capitoli sulla peste: “Il povero senno umano cozzava coi fantasmi creati da sé.” Sul krishnamurtiano.
Trascorso due giorni tappata in casa con il mio Accompagnatore Attuale e Permanente. Weekend no mask, in canottiera e mutande. Mangiando pomodori di surreale bontà, mentre lui sbucciava le patate.

Comprare catenina da collo per Accompagnatore. Come quella di Connell Waldron-Paul Mescal in Normal People. Fina, quasi invisibile. Sensuale. Che dopo mi ci cade in continuo lo sguardo.
Ma proprio a una scansa responsabilità come me doveva capitare di vivere in questo tempo? nemmeno stare rifugiata in Umbria, la mia culla verde, al momento uno dei posti meglio messi al mondo, ne lenisce il trauma.
Misera, misera, misera, la vita senza gli altri.
Per quando mi tornerà il desiderio di viaggiare, senza noie e paranoie. (Il viaggio è l’antitesi della paranoia):

Ho una crisi di rigetto da telefonino & annessi e connessi; nei due giorni tappata in casa in canottiera e mutande, ho rifatto qualche tuffo nell’alienazione televisiva.
